COMUNICATO STAMPA PANDEMIA IN ATTO DA COVID-19
SNAMI: “ PER CONTROLLARE LA CATASTROFE IN ATTO NON FACCIAMO ANDARE I MEDICI SOTT’ACQUA! ”
Angelo Testa <Sviluppiamo la telemedicina e il teleconsulto> Domenico Salvago<In tutta Italia le Unità Speciali a domicilio per i pazienti sospetti,positivi e dimessi> Gianfranco Breccia<Quando sarà tutto finito faremo i conti con chi ha contribuito ad alimentare e non fermare questa catastrofe>
Roma 6 Aprile 2020-Lo Snami propone alle istituzioni la strada da seguire in questa fase in cui continuano i contagi e le morti.<Dobbiamo arginare le “crocifissioni dei Medici”> dice Angelo Testa,presidente nazionale dello Snami,<attraverso mille strategie su tanti fronti,viceversa l’elenco degli oltre settanta Colleghi deceduti ad oggi è destinato tristemente ad allungarsi.Molti di loro si sono infettati andando a casa di un paziente per cui occorre da subito sviluppare e “istituzionalizzare” la telemedicina ed il teleconsulto, in una assitenza medica territoriale che inevitabilmente ha cambiato percorsi e deve oggi,in tempo di guerra, cercare “straordinari aggiustamenti”.><Lo Stato non può fornire dispositivi di protezione personale per tutti,e al momento sono sottodimensionati,>aggiunge Domenico Salvago, vicepresidente nazionale Snami,>per cui una chance importante per fermare il virus nel territorio è avere delle squadre speciali a cui affidare una missione speciale :andare a casa dei sospetti,fare il tampone al paziente e familiari ,iniziare una terapia, trasferire il paziente in una struttura ospedaliera al bisogno , monitorare i guariti e dimessi.Queste Unità Speciali,le USCA,al momento operano sul campo solo in alcune realtà regionali ed in altre non sono partite
paradossalmente anche per mancanza di equipaggiamenti di protezione adeguati.><Pensiamo>aggiunge Gianfranco Breccia,segretario nazionale Snami ,che in tante e troppe realtà la parte pubblica non sia stata all’altezza della situazione, tra paure,poca professionalità,scarsa lucidità ed improvvisazione, in cui poco si capisce chi da ordini e indicazioni e chi dovrebbe eseguirli.Una catena di comando in cui c’è discrepanza tra ciò che codificano ordinanze,decreti e circolari e l’applicazione concreta e pratica degli stessi.Quasi la parte pubblica si lavi la coscienza nell’emanare e formalizzare indicazioni e lasci perdere la concretezza e fattibilità dei percorsi. Quando sarà tutto finito andremo a fare i conti con chi ha contribuito ad alimentare e non fermare questa strage di Medici.Lo dobbiamo alla memoria di chi ci ha lasciato come obbligo morale ed impegno verso le loro famiglie!>
<Le squadre speciali nel territorio >concludono i tre dirigenti Snami< sono le uniche che le Regioni possono dotare di maschere,occhiali, guanti,tute, calzari e vettura dedicata, nell’impossibilità oggettiva,all’oggi, di poter garantire a tutto il personale sanitario e parasanitario una condizione di reale sicurezza.
Possiamo attrezzare bene pochi palombari per immergersi sott’acqua, ma non possiamo dare tuta,bombole e maschera a tutti i bagnanti della spiaggia.
Viceversa se costringiamo tutti quelli della spiaggia ad andare sott’acqua senza equipaggiamento, avremo una inevitabile moria di affogati!
Ufficio Stampa Nazionale
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