COMUNICATO STAMPA
BOLOGNA – 20 Febbraio 2025.
Cauto Ottimismo per il Futuro delle Cure Primarie in Emilia-Romagna: Incontro Positivo con l'Assessore alle Politiche Sociali Massimo Fabi
Si è concluso con un cauto ottimismo l'incontro odierno tra il Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani (SNAMI) e l'Assessore alle Politiche Sociali, Massimo Fabi, insieme alla tecnostruttura dell'Assessorato e alle altre OO.SS. , per discutere i futuri passi verso l'ammodernamento dell'organizzazione delle cure primarie nella Regione Emilia-Romagna.
Cambio di Rottura con il Passato: No alla Trasformazione del Rapporto di Lavoro dei Medici di Famiglia
Come SNAMI, accogliamo con favore il netto cambio di direzione rispetto al precedente assessore, che prospettava la trasformazione del rapporto di lavoro dei medici di famiglia da convenzionale a dipendente. Roberto Pieralli: “L'attuale amministrazione regionale ha dimostrato una maggiore consapevolezza delle criticità legate a un rapporto di lavoro subordinato, riconoscendo la necessità di un'organizzazione più flessibile e modernizzata per rispondere alle esigenze dell'assistenza territoriale.”
Temi Chiave: Tutor Non Retribuiti e Aggregazioni Funzionali Territoriali
Durante l'incontro, sono stati affrontati due temi cruciali:
Compensi ai Tutor: Dal 2022, i tutor non ricevono più alcun compenso per l'attività svolta, una situazione che richiede una soluzione urgente e che pare sia stata trovata, ovvero applicando le regole contrattuali vigenti da tempo e conguagliando il mancato compenso.
Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT): Questi nuovi gruppi di medici di cure primarie saranno responsabili dell'assistenza a bacini di popolazione di circa 30.000 abitanti, garantendo sia le prestazioni tradizionalmente offerte sia dai medici di famiglia sia dai servizi di continuità assistenziale e ulteriori attività che verranno definite nell'ambito dell'intesa regionale.
Sfide per la Formazione e la Stabilità del Personale Medico
SNAMI ha posto l'attenzione su un aspetto critico: le politiche di formazione del personale medico, non solo a livello regionale ma anche nazionale, concordate nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni dove l’ Emilia-Romagna da sempre ha avuto un ruolo di leadeship, non sono adeguate. La gestione miope e pressapochista di questi ultimi 20 anni dei medici a quota oraria (come quelli della guardia medica e dei CAU) , ha portato a una precarizzazione diffusa, con centinaia e centinaia di professionisti incaricati in modo provvisorio (oltre il 90% del totale) senza alcuna stabilità contrattuale e conseguentemente assistenziale per area.
Roberto Pieralli: “Le manchevolezze di tanti governi rispetto l’adeguamento delle norme ha peggiorato questa situazione generando una insensata disparità di trattamento nel riconoscimento della formazione e dell'esperienza professionale acquisita da medici che, pur svolgendo gli stessi compiti e attività per anni e anni, non si sono visti riconoscere i titoli previsti e non hanno potuto accedere alla formazione richiesta dalla direttiva europea e conseguente a contratti stabili. Tutti tranne noi di SNAMI hanno voltato lo sguardo rispetto al fatto che due medici che, entrambi senza diploma di medicina generale, svolgessero lo stesso lavoro, nello stesso posto, con le stesse responsabilità, ma ad uno dei due, in quanto iscritto al Corso di Medicina Generale venisse riconosciuto quell’impegno per maturare il diploma, mentre all’altro, magari iscritto a una specialità, non venisse riconosciuto nulla. Una follia e disparità di trattamento intollerabile che ha danneggiato e danneggia oggi non solo i medici, ma lo stesso sistema sanitario vittima di un sistema normativo inadatto e di una inerzia e disattenzione tecnica negli aggiustamenti necessari. “
La Chiave del Successo di qualsivoglia modello passa dall’ affiddabilità sulla stabilità degli organici dei professionisti e del relativo corretto Inquadramento
SNAMI rimane critico rispetto l’attuale ACN che ha unificato attività orarie e a scelta, costringendo la fusione del ruolo di medico di famiglia con quello di guardia medica. Continueremo a lavorare per ridividere su base nazionale le funzioni, permettendo a chi volesse di esercitarle congiuntamente.
SNAMI ha ribadito all'Assessore che il successo di qualsiasi modello organizzativo delle cure primarie — dalle medicine di gruppo, ai nuclei di cure primarie, fino alle aggregazioni funzionali territoriali — dipende dalla presenza di professionisti stabili e correttamente inquadrati nel sistema. L'attuale frammentazione degli organici, con incarichi precari spesso affidati a medici impegnati in percorsi di formazione diversi, insensatamente incompatibili tra loro, sta minando l'efficacia dei modelli organizzativi, anche di quelli teoricamente più virtuosi e condivisibili.
Riflessioni e Proposte per un Cambiamento Strutturale
Abbiamo sollecitato l'Assessore a promuovere una riflessione anche a livello Nazionale su modifiche normative strutturali, necessarie per far uscire la medicina generale da un’impasse che alimenta le criticità evidenziate sia dalla politica che dai cittadini nei confronti del sistema di cure primarie.
In particolare, le regole della formazione e dell'ingresso dei professionisti nel sistema devono essere armonizzate con le regole organizzative, vanno superate le stupide, illogiche e irragionevoli incompatibilità con cui i medici sono vessati da anni e vanno riconosciuti gli anni di lavoro svolto al fine del riconoscimento del titolo di medicina generale. Senza questo non potremo evitare il fallimento di qualsivoglia modello organizzativo, per quanto bello o virtuoso o condivisibile. Non dimentichiamo che oggi nei CAU e nella continuità assistenziale, dove il 93% dei medici è precario e oltre il 70% sono specializzandi in branche non pertinenti alle cure primarie, tutto questo lo abbiamo ben visto.
SNAMI continuerà a lavorare affinché l'organizzazione delle cure primarie in Emilia-Romagna evolva verso un modello efficace e sostenibile, garantendo al tempo stesso stabilità professionale e qualità dell'assistenza per i cittadini ma soprattutto passando dal rispetto dei Professionisti che riteniamo non possano essere da un lato vessati da norme folli e dall’altro poi accusati di non rispondere ai bisogni cui non possono rispondere proprio in ragione degli effetti nefasti di quelle norme che nessun governo ha ancora aggiornato come si deve.
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