COMUNICATO STAMPA
Forte preoccupazione per l’applicazione del nuovo Accordo Collettivo Nazionale sulla Medicina Generale – I Medici già in servizio non lo scelgono e si vorrebbe invece cambiare d’ufficio il contratto agli ancora “specializzandi” in medicina generale che avevano già avuto contratti secondo il vecchio sistema - inaccettabile
Bologna, 12 Marzo 2025 – Il Sindacato Nazionale Autonomo Medici (SNAM) Emilia-Romagna esprime profonda preoccupazione e contrarietà rispetto alle conseguenze derivanti dall’applicazione del nuovo e contestato Accordo Collettivo Nazionale (ACN) sull’Assistenza Primaria, che introduce il ruolo unico di assistenza primaria, costringendo i nuovi medici convenzionati, a partire dal 2025, a svolgere contemporaneamente le funzioni di medico di famiglia e di medico di continuità assistenziale (ex guardia medica), con una gestione mista di ore e assistiti in carico.
Uno. Scenario preoccupante ed incerto che potrebbe arrivare a costringere fino alla pensione i medici che accettassero a dover lavorare anche la notte e i festivi, andando a rompere quell’equilibrio che partiva dalla “gavetta” dei primi anni di professione, dove le notti e i festivi sono sopportabili, per spalmare gli stessi su un’ orizzonte temporale indefinito.
E’ inoltre emerso un grave problema che riguarda i medici che, negli ultimi anni, hanno assunto incarichi di medico di famiglia o di medico di guardia medica con contratti secondo il precedente ACN, cosiddetti “temporanei” , dei veri e propri “tempi indeterminati” conferiti in ragione della carenza di medici, già durante il corso di formazione specifica post laurea in ma temporaneamente vincolati al fatto che il medico specializzando terminasse effettivamente il percorso di formazione in Medicina Generale stesso.
Questi professionisti, tra pochi mesi, completeranno il loro percorso post-laurea e, secondo le disposizioni della Regione Emilia-Romagna, sarebbero obbligatoriamente trasferiti d’ufficio, all’atto della rimozione del vincolo “temporaneo” sul loro contratto, all’interno del ruolo unico di assistenza primaria. Ciò implicherebbe un cambio contrattuale forzato che li costringerà a svolgere sia le attività di medico di famiglia per chi avesse scelto un contratto di guardia medica o cau, sia la guardia medica per chi fosse invece medico di famiglia.
Ma tutti questi medici non hanno firmato a queste condizioni il loro impegno con il SSR, questo cambio di carte in tavola è per loro giustamente inaccettabile.
Questo scenario risulta inaccettabile creando un forte Impatto sulla pianificazione professionale: i medici coinvolti si vedrebbero costretti a cambiare radicalmente le proprie prospettive lavorative, dovendo integrare turni di guardia medica con la gestione dei propri assistiti o vice versa. Sapendolo, come altri, avrebbero probabilmente fatto scelte differenti.
SNAMI Emilia-Romagna chiederà un immediato confronto con la Regione per discutere soluzioni alternative che tutelino i diritti dei medici già operanti nel sistema sanitario con incarichi temporanei da vecchio ACN e si attiverà per fornire ai propri iscritti tutte le tutele e il supporto della rete legale del sindacato al fine di tutelare i legittimi interessi dei professionisti coinvolti per evitare forzosi stravolgimenti contrattuali.
Resta ferma la nostra posizione di contrarietà a un modello organizzativo che, così come impostato, rischia di compromettere la qualità e la sostenibilità dell’assistenza sanitaria territoriale. Il Ruolo Unico nasce già con una grave distocia: quasi nessun medico di quelli già in servizio ha aderito: si vogliono costringere solo i giovani a subire tutto questo? Il rischio concreto è una fuga ulteriore dal settore e la comparsa di cooperative e gettonisti privati anche per garantire la medicina di famiglia
SNAMI Emilia-Romagna
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