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Immagine del redattoreSNAMI Bologna

Dati CAU AUSL Bologna: Impietosi e Agghiaccianti

 

DATI CAU PRIMO QUADRIMESTRE 2024 AUSL BOLOGNA

ORAMAI CHIARO CHE CAU SONO “RISPOSTA AD UN PROBLEMA CHE NON C’ERA!!!” (non a quello che volevano risolvere!)  

 

NUMERI IMPIETOSI E AGGHIACCIANTI: TANTA SPESA E NESSUNA RESA!

 ADDIRITTURA AUMENTANO GLI ACCESSI AI PS!!!

 

LA VERA EMERGENZA URGENZA E LE CURE PRIMARIE RIMANGONO

CENERENTOLE BASTONATA

 

 

·       5% DI AUMENTO DEI PAZIENTI NEI PS SPOKE E 2% COMPLESSIVO NELL’AMBITO BOLOGNESE RISPETTO AL MEDESIMO PERIODO 2023

·       LO “SGRAVIO” AI PS DA BRIVIDO, TUTTO IL CONTRARIO! : Tolti nei PS solo il 4% di Bianchi e 5% di Verdi ma AGGIUNTI: 8% DI AZZURRI, 16% DI ARANCIONI E 12% DI ROSSI !!!!

·       OLTRE 2400 PAZIENTI TRASFERITI DA CAU A PS IN 4 MESI CON VIA VAI DI AMBULANZE PER I TRASFERIMENTI IL 10% CIRCA VA LA E VIENE RIMBALZATO IN PS

·       IL 5% ABBANDONA COMUNQUE I CAU E NON SI SA DOVE VADA A FINIRE

 

I dati relativi agli accessi ai CAU della provincia di Bologna recentemente presentati nei tavoli tecnico scientifici annoverano una buona numerosità di casi (23.446 pazienti solo nel periodo 01/01/2024 al 15/05/2024), di cui la maggior parte sono nella fascia di età 18-64 anni (62%), seguiti dagli over 75 (16%) e 65-74 anni (13%), ed essendo patologie minori risolvibili per lo più dal Medico di Assistenza primaria (andrebbe fatta analisi che confronta le patologie con età di accesso) sembra che gli accesi al CAU servano più per evitare di andare dal proprio medico di famiglia che per risolvere un problema di salute urgente che si sarebbe recato in un pronto soccorso, come era l’idea e proposito iniziale della Regione Emilia-Romagna. Ma in ogni caso, in termini numerici, anche i medici di famiglia sono stati sgravati di un risibile numero di prestazioni a testa!

I dati pongono l’interrogativo rispetto al fatto che la popolazione abbia effettivamente ben compreso quali sono le le patologie trattate, che dovrebbero essere minori: i dati sotto questo profilo SCONFORTANO: ben 159 accessi sono dovuti a dolore toracico di sospetta causa cardiovascolare (che dovrebbe chiamare il 118 o almeno rivolgersi ad un PS!), 100 per trauma cranico e 93 per politrauma-contusioni, addirittura 15 per sospetto ictus! Elementi che dimostrano un certo grado di confusione nei percorsi dovuti all’accesso diretto e non filtrato tramite prevalutazione telefonica come invece appropriatamente avviene per gli ambulatori di guardia medica da molti anni.

Questa confusione comporta che ben oltre il 10% dei pazienti (2.401 nei soli primi 4 mesi) debba poi essere trasferito verso i Pronto Soccorso, in molti casi impegnando mezzi di soccorso del 118, considerando che questi pazienti sarebbero giunti a piedi, tutti giri di ambulanze in piu’ a numero di ambulanze invariate!

Interessante che il 12,7% dei pz siano senza MMG: questi probabilmente si sarebbero rivolti alla Guardia Medica e, forse, al PS: comunque non lo sappiamo dato che l’analisi non e’ presente.

5% dei pz con tempi medi di attesa oscillanti attorno a 1 ora e 30 minuti (un po’ meno nelle ore notturne) comunque si allontana, l’83% viene riaffidato al medico di famiglia curante e il 12% di giorno e 18% nelle ore notturne viene inviato in PS.

Nella tabella relativa all’impatto dei CAU su attività di PS si evidenzia un aumento generale della richiesta di visite, in generale ma specialmente dei codici maggiori (+12% ROSSI, +16% ARANCIONE, +8% AZZURRO), mentre vi è una diminuzione dei codici minori (-5% VERDI e -4% BIANCHI), ma la riduzione totale di questi ultimi come numerosità (1655 e 412 rispettivamente, 2067 totali) rappresenta solo una minima parte dei pazienti che si sono recati ai CAU. Segno che vi è stata una maggior richiesta di prestazioni CAU semplicemente perché vi è stata questa nuova offerta sanitaria, risposta che probabilmente avrebbe potuto essere evasa da Medici di assistenza primaria o da altri servizi dato che ai CAU hanno avuto accesso molte prestazioni infermieristiche non per problematiche connesse a urgenze cliniche non differibili (es. cicli di iniziezioni e medicazioni etc..). Quindi a fronte di un calo dei pazienti che si sono recati nei PS per codici minori (2067), vi sono ben 2.401 che dal CAU sono stati inviati nei PS e che probabilmente sono poi stati verosimilmente elevati nel codice colore di accesso!! In pratica molti pazienti hanno dovuto fare la doppia fila, prima al CAU e poi al PS! E ovviamente al PS, depauperato di infermieri esperti oggi spesso ricollocati nei CAU, si sono evidentemente avuti effetti di modifica della codifica di priorità.

Probabilmente l’aumento dell’accesso ai PS, per lo piu’ di pazienti mediamente piu’ complessi, senza potenziamenti del personale, ha comunque comportato un aumento dei carichi di lavoro dei PS se non anche dei tempi di attesa per tutti i codici, ma mancano dati che renderebbero possibile una valutazione. Mentre sicuramente i tempi di attesa per i codici minori che si sono recati ai CAU avranno avuto una risposta in tempi minori rispetto ai tempi di attesa dei PS!

Da notarsi che nel confronto 2023 2024, l’aumento dei pazienti che accedono ai PS in termini assoluti, non si distribuisce sullo stesso numero di PS, dato che 2 di questi sono stati chiusi, quindi la PRESSIONE sui rimanenti PS e’ decisamente maggiore!!!!

Quindi in conclusione: codici maggiori rischiano di attendere di più (per mancato potenziamento dei PS), mentre i codici minori o i codici minori e financo quelli “trasparenti” oggi hanno un’autostrada a 8 corsie dove aspettano di meno!!!

Riteniamo evidente che il patrimonio di milioni di euro spesi per i CAU non valga questa marginale e irrisoria modifica degli accesi ai PS, peraltro PEGGIORATIVA e non migliorativa. A meno che la politica non stia  rincorrendo una domanda di salute non grave  (e forse neppure realisticamente urgente) da parte della popolazione perorando un modello “fast food” che tuttavia mette in crisi la restante parte del sistema sanitario, rischiando di minare le relazioni di cura strutturate a lungo termine, basate sul rapporto fiduciario tra medico e paziente, per passare a un modello “mordi e fuggi” nemmeno in grado di alleggerire il sistema di emergenza urgenza.

Se queste risorse fossero state utilizzate per ristrutturare realmente la vera Emergenza-Urgenza e le Cure Primarie, adeguando il personale mediante il miglioramento delle condizioni contrattuali e di attrattività, siamo abbastanza certi che il rapporto spesa/resa sarebbe stato di gran lunga migliore.  

E se qualcuno volesse obiettare che “dobbiamo aspettare ancora” per vedere ancora piu’ dati ….. beh, da questa prima impietosa immagine possiamo citare il detto “se nasce tondo difficilmente muore quadrato….”









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